La multifunzione si è rotta — Robe da ufficio

Si è rotta la stampante multifunzione del corridoio.

Questo fatto rappresenta senza dubbio la peggior sciagura che possa capitare in un’azienda, poichè tre sono le Grandi Tecniche del Lavoratore Apparente:

1.La telefonata eterna.

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Quando un lavoratore vuole dare di sè l’immagine di essere sempre sul pezzo e concentrato, non deve fare altro che farsi sorprendere al telefono. Sempre.

Ovviamente il tema dev’essere lavorativo, per cui non vale parlare con mamma/partner/figli/spacciatore (quest’ultimo vale solo se sei dirigente). Più il tono della telefonata è concitato, più “si sta lavorando”. La mossa ideale, per la quale occorrono anni di perfezionamento, è il mimare il gesto del “dammi 5 minuti, finisco questa importante telefonata” al capo, per mostrare che non solo si sta lavorando, ma si è talmente sicuri di sè da poter prendersi la libertà di posticipare la conversazione col superiore. Si tratta di un salto nel buio, perchè il capo. vedendosi messo in coda, potrebbe anche reagire male. Ma generalmente il capo apprezza questo tipo di atteggiamento, per cui, se ben fatta, la telefonata eterna è perfetta. Ovviamente, in sè e per sè, la telefonata non esiste: dall’altro lato della cornetta infatti non vi è assolutamente nessuno.

2. La busta urgente

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Prendi una busta, riempila di fogli bianchi, portala in giro. A chiunque ti dovesse fermare per accollarti un lavoro, rispondigli “guarda, devo consegnare questa busta, ti richiamo io”. Ed è fatta. Questa tecnica è però valida solo per chi lavora in aziende con superfici molto ampie, il che significa o molti piani e molti corridoi, oppure enormi capannoni. Anche in questo caso l’esperienza aiuta a perfezionare la tecnica: fondamentale è impostare almeno 6 diversi percorsi, da utilizzare nei vari giorni della settimana, più alcuni percorsi extra per sviare l’attenzione ed eventuali controlli, ed ovviamente è fondamentale variare dimensioni, forma ed intestazione della busta. La tecnica della Busta Urgente aiuta tra l’altro a mantenersi in forma, fa bene al cuore, alla circolazione, alla vista e all’umore.

3. Stampare. Stampare. Stampare.

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Quando non hai voglia di lavorare, stampa qualcosa. Sì, è profondamente sbagliato dal punto di vista dell’ambiente, della gestione oculata delle risorse aziendali, e perfino delle tasse dei cittadini (se sei un lavoratore pubblico). Ma in culo agli alberi e ai cittadini, bisogna pur sopravvivere. Per cui, l’importante è fare vedere che si sta facendo qualcosa: pronti via, si accende il computer, si accede alla cartella “stampe del giorno”, si clicca su print e poi ci si piazza in piedi alla stampante a vederla vomitare fogli. La carta è tangibile, è materiale, la puoi toccare, annusare, far cadere. Ha un suo peso, una sua specificità. La carta è la dimostrazione empirica che tu stai lavorando. Stampare a nastro è la soluzione migliore per i timidi che non hanno il coraggio di far finta di telefonare, o dei pigri che non hanno assolutamente voglia di girare con la busta in mano. Stampare a nastro è l’ultimo rifugio dei lavoratori stanchi, disillusi, demotivati o semplicemente fancazzisti. Ovvero, il 90% dei lavoratori.

E oggi la stampante si è rotta.

Panico generalizzato.

Ovviamente vale la regola del cesso al ristorante. Tu sei in un ristorante, entri nel bagno dei clienti e trovi la tazza del water ridotta come le fogne di Calcutta. Ti viene da vomitare, il tuo cervello istintivo ti dice “esci subito di lì” ma il tuo cervello razionale ti arresta immediatamente: “e se fuori c’è qualcun altro che deve venire in bagno, ed entra dopo di me e vede questo schifo, penserà che sono stato io!” E così ti tocca di barricarti ed aspettare le 4 del mattino, oppure entrare in modalità ninja e fuggire dalla finestrella di 50cm per 25cm.

Lo stesso vale per la stampante: in mancanza di Ruotadiscorta, il collega giovane/neoassunto nonché capro espiatorio di qualsiasi cosa, chi si accorge del guasto, immediatamente per tutti è il colpevole del guasto.

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E così stamattina la sfiga è capitata ad Hodor, il collega gigante e pacioso. Lo so perchè erano circa le 8.30, quindi praticamente l’alba per la maggior parte dei colleghi, ed Hodor si era appunto installato alla multifunzione del corridoio, deciso a passare lì la giornata, utilizzando la tecnica della Stampa a Nastro. Purtroppo per lui, arrivata a pagina 200, la stampante è passata dal piacevole vrrrrr vrrrr vrrrrr ad un preoccupante trrrrrrrrrr, poi ad uno spaventoso trk trk trk trk trk trk e poi ad un silenzio tombale!

Hodor bestemmia così forte che Santa Madonna, la collega timorata di Dio, fugge per i corridoi in lacrime. recitando il Pater Noster. Tutti ci affacciamo, tranne Tisifone, la collega procace che si sta già buttando su l’autista del Direttore Generale.

Hodor viene immediatamente raggiunto da Sir Biss, il collega spione e delatore, che fingendo di volerlo aiutare va in realtà ad accertarsi del danno, dopodichè lo vediamo gettare una fialetta a terra e sparire in una nuvola di fumo. Nel giro di pochi istanti, tutta l’Azienda sa che “Hodor ha rotto la multifunzione”.

Hodor inizia ad armeggiare. Bip bip bip bip Hodor pigia i tasti del display touch della stampante multifunzione, che fanno apparire istruzioni in giapponese feudale. Hodor bestemmia di nuovo, ma questa volta non in maniera esplosiva, bensì articolata: una bestemmia con almeno una principale, due coordinate e tre subordinate condita con la classica tripla aggettivazione tanto cara ai giornalisti anni 70 e 80, che coinvolge l’intera Sacra Famiglia e numerosi animali della stalla di Betlemme.

La stampante bippa con scherno nei confronti di Hodor, ed intanto attorno a lui si forma un capannello di colleghi. C’è chi si limita a guardare, c’è chi a voce alta dice “eh vabbè dai non preoccuparti” ma intanto a voce bassa gli dice “brutto figlio di puttana, mi ero prenotato il turno alla stampante dalle 10 alle 12, ora che cazzo faccio?”. Monica e Tonica Baggins, le gemelle anziane, in quanto tali, parlano sulla voce di Hodor dandogli indicazione sul da farsi, il che è assolutamente ridicolo poichè le due vegliarde hanno lo stesso rapporto con la tecnologia che un comunista del 2017 ha con un badile o un cacciavite.

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Il capannello ormai ha raggiunto le dimensioni di un concerto degli Iron Maiden. Hodor è un uomo distrutto: coperto di morchia, di toner cancerogeno e di fogli accartocciati, è ormai sulle ginocchia.

La multifunzione è completamente immobile, tutte le lucine d’allarme sono spente. E’ un monolite, come quello di 2001 Odissea nello Spazio, con la differenza che il monolite di Kubrick ha dato origine all’intelligenza e alla civiltà umana, mentre la maledetta stampante multifunzione assorbe tutte le tracce di umanità dalla specie-uomo e lo riporta al livello della bestia hobbesiana.

Hodor si rialza. La folla si ammutolisce.

Hodor si volta. Ingoia le lacrime. Ci guarda. Poi guarda la stampante. Poi riguarda noi. Poi riguarda la stampante.

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Afferra il pannello mobile, quello che si solleva per scansionare le pagine, posto alla sommità della multifunzione. Con un gesto secco, inesorabile, lo sradica, simbolicamente decapitando il mostro. Con gli occhi iniettati di sangue, Hodor solleva sopra di se la testa della gorgonica Multifunzione, lancia un ululato, scaglia la testa mozzata in mezzo alla folla dei colleghi e si precipita in una corsa disperata nel corridoio, travolgendo e quasi uccidendo la povera Santa Madonna, che era ancora inginocchiata a pregare il Signore.

Tutto questo, stamattina.

Ora è pomeriggio. Di Hodor non si hanno notizie.

La multifunzione è ancora lì, immobile e decapitata, trincerata dietro i nastri che in CSI usano per circondare la scena del crimine.

Domani verrà un tecnico a ripararla. Dove “domani” indica “un giorno ipotetico futuro, certamente non prossimo” e “a ripararla” indica “a fare qualcosa che comunque non renderà la stampante operativa e che richiederà un ulteriore intervento tecnico”.

Le Grandi Tecniche del Lavoratore Apparente sono dunque temporaneamente passate da tre a due.

Si prospettano tempi duri.

Si è rotta la stampante multifunzione del corridoio. Questo fatto rappresenta senza dubbio la peggior sciagura che possa capitare in un’azienda, poichè tre sono le Grandi Tecniche del Lavoratore Apparente: 1.La telefonata eterna. Quando un lavoratore vuole dare di sè l’immagine di essere sempre sul pezzo e concentrato, non deve fare altro che farsi sorprendere […]

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Il bradipo imbellettato ( filosofia di sopravvivenza in ufficio) — Frammenti di emozioni

Il bradipo imbellettato,
dai colleghi detestato,
lascia pratiche sulla scrivania
per correre via
e nello specchio vedere riflesso
se stesso.

Al telefono non risponde
perché gli interni confonde,
va a bere il caffè
anche se nessuno c’è.

Tra le carte sconfitto
e da direttive afflitto,
giace bacucco,
e con matite di trucco
scarabocchia svogliato
fingendosi indaffarato.

Si ripete tremante
che il tempo è abbondante
e che, in fondo, alla fine
qualcuno si mostrerà incline
a lavorare di tutta fretta
per risalire la vetta.

via Il bradipo imbellettato ( filosofia di sopravvivenza in ufficio) — Frammenti di emozioni

In ufficio con eleganza grazie a Motivi — The Fashion Cat

Se c’è un problema che non avevo prima di iniziare a lavorare in ufficio è sicuramente la lunghezza degli orli delle gonna. Detta così può sembrare catastrofica , o peggio addirittura moralista, ma lasciate che vi spieghi.

Premesso che nessuna di noi si sognerebbe di presentarsi in ufficio con la minigonna (o almeno, questa mi sembra un’assodata regola di buon gusto, legata soprattutto al contesto lavorativo), mi sono accorta che la maggior parte dei vestiti commercializzati dalle grandi catene si ferma all’incirca a metà coscia. E’ una lunghezza assolutamente lecita e ragionevole, tuttavia personalmente non mi sento del tutto a mio agio poiché da seduta (cioè per il 90% del mio orario lavorativo) la lunghezza ‘a metà coscia’ si riduce a ‘minigonna’ – come tutte avrete avuto modo di notare nella vostra vita.

Ditemi che non sono l’unica pazza che fa questi ragionamenti.

Forse ci vuole anche un’altra premessa: ovviamente le mie considerazioni sono dettate dalla mia esperienza, dato che dove lavoro la tendenza è comunque quella di vestirsi piuttosto bene (come in tutti gli studi professionali diaciamo).

Da qui il mio desiderio di cercare abiti che, da in piedi, arrivino appena sopra il ginocchio, dato che al di sottotrovo accorcino troppo la figura e richiedano di default il tacco.

Ebbene, la lunghezza ‘appena sopra il ginocchio’ è merce rara di questi tempi. Io stessa, negli ultimi 2-3 anni, son riuscita a comprare ben pochi abiti di questo tipo.

Se come me condividete questo cruccio esistenziali, vi informo che nelle mie peregrinazioni sul web mi sono imbattuta nel sito di Motivi (che tutti conoscete) e ho trovato pane per i miei denti.  Sebbene Motivi non sia un brand che mi faccia impazzire (trovo sia troppo caro rispetto alla qulaità e spesso veste piccolo), ho notato che questa primavera/estate ha in catalogo qualcosa di interessante, che vedete nelle varie immagini di questo post.

I prezzi sono vari e oscillano tra i 69 euro e i 99 euro (a prezzo pieno, a volte risultano scontati). Alcuni abiti costano di più perché fanno parte della collezione “ceremony dress”.

Quindi ora vi chiedo: vi piacciono questi abiti? Li mettereste per andare in ufficio? Come vi vestite voi nel contesto lavorativo? 🙂

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